Energitismo mi permette di conoscere persone incredibili che hanno dedicato la loro vita per raggiungere la perfezione nel loro campo. Uno di questi incontri di qualche giorno fa mi ha aperto una porta magica su una delle mie passioni: la musica di Bach.
Le partite e le sonate per strumenti a corda (violino, viola o violoncello) sono uno dei punti più alti della musica occidentale e arrivano a far vibrare una persona dalla testa ai piedi. Ma la musica che sentiamo oggi, non solo le riproduzioni ma anche quella dal vivo, non è ha la stessa sensibilità di quella che provava Bach.
Eppure in un caldo pomeriggio di luglio ho potuto avere le stesse emozioni del grande maestro e delle persone che lo ascoltavano al suo tempo.
Una delle maggiori differenza della riproduzione dei brani musicali, da quelli originali, è nella struttura delle corde che è particolarmente cambiata a partire dal dopoguerra. E con lei sono cambiate le vibrazioni degli strumenti musicali.
In un paesino vicino Vicenza, Mimmo Peruffo, una persona con degli occhi vivaci e una mente mai stanca, ha speso circa 30 anni della sua vita cercando di recuperare l’antico sapere dei costruttori di corde di budello ed è ora finalmente in grado di riprodurre le stesse corde nello stesso modo in cui si facevano nel periodo barocco.
Prima di parlare con lui non avrei mai immaginato che la Corporazione dei Cordai fosse stata fra le più potenti corporazioni e in grado di influenzare la politica. D’altra parte la musica ha sempre accompagnato la vita dell’uomo ed era quindi naturale che i costruttori di strumenti fossero persone rispettate e influenti.
Ma non potevo immaginare che all’interno di questo gruppo, la Corporazione dei Cordai fosse così potente da avere un proprio Codice dei Cordaie e che custodisse gelosamente tutti i segreti. Studiando nelle biblioteche, osservando i quadri dell’epoca e andando ad intervistare anziane persone in giro per il mondo, Mimmo è riuscito a capire i procedimenti costruttivi ed ora le corde sono disponibili.
Quel giorno, un anziano maestro ed oggi insegnante di violino, Antonio Mosca, era venuto sin da Torino per poter provare l’emozione di suonare l’originale musica barocca nel modo in cui questa era stata concepita dai compositori dell’epoca.
Aveva un paio di strumenti ai quali ha pazientemente cambiato le corde (il vero problema erano le corde dei suoni bassi) cercando di imparare come tenderle e come comportarsi con loro. Poi ha iniziato a suonare, dapprima una sola nota per testare lo strumento eppoi tutte insieme.
Avevo un grande musicista di fronte a me che stava suonando le partite per violoncello di Bach e la musica era diversa. Aveva un suono più morbido e delle sfumature che non avevo mai sentito. Le vibrazioni sembravano entrare dalla pelle e non solo dalle orecchie. Magica esperienza.
Dopo circa sei ore, un pranzo con il maestro e con Mimmo e con la musica di Bach che mi risuonava, sono dovuta scappare per prendere l’ultimo treno per Roma. Ma credo che il prezioso lavoro condotto da Mimmo Peruffo in questi anni scriverà una nuova pagina negli annali della musica e dei grandi strumenti.
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