Siamo partiti da un problema: 'Come attirare i giovani al turismo culturale e non farli lasciare l'Italia'. Tema difficile e di non facile soluzione.
Edoardo Filippucci ha il quadro della situazione attuale con i dati dell'analisi di un importante Paese dove il 95% degli operatori turistici sono microimprese, di cui oltre il 50% ha la III media o elementare. Il gruppo dei giovani laureati, invece, lascia i nostri Paesi e questo non ci aiuta a creare imprese in grado di fornire servizi per il turismo culturale.
La prima risposta è che la formazione gioca un ruolo strategico nella crescita aziendale. Una formazione che va studiata per persone che non frequentano un corso da 30 anni e alle quali bisogna abbattere una barriera psicologica. Se riusciamo a rompere questa barriera possiamo anche dire a un'azienda che un giovane può essergli utile per crescere e non solo per servire i piatti a tavola. Abbiamo studiato microcorsi divertenti e utili come "Corso di inglese per baristi".
L'architetto Luca Calselli ha dato la sua prima risposta: partire da un'identità per ricostruire un sogno da trasmettere ai giovani. Trovare le ali nel passato per volare nel futuro con i casi della Città della Cultura del Lazio nel 2018 e 2019. Il sindaco di San Felice ci ha raccontato che grazie a questa identità ha saputo attrarre investimenti privati come Jaguar, Land Rover e tanti altri che si stanno avvicinando.
Direi che il secondo messaggio è "Se voli in alto troverai le aquile altrimenti volerai con le quaglie, che sono simpatici uccelli usati soprattutto in cucina".
Il terzo messaggio è stato dato da Ivo Pulcini, medico sportivo laziale: "le loro radici italiane nei piccoli centri sono nel cuore delle persone e quando raggiungono il successo sognano di poter aiutare gli altri".
Direi che possiamo riassumere questo stato d'animo con un'esortazione alla collaborazione tra generazioni. Un'operazione di tutoraggio per aiutare i giovani a camminare con le gambe. Un'esortazione anche ai giovani che sono disposti a fare il loro apprendistato fuori dove sanno di poter crescere e non in Italia dove pensano di poter fare il loro apprendistato tutta la vita senza prospettive: riconoscere le capacità professionali, imparare dai maestri e superarli.
Ivo Pulcini ci porta anche al premio assegnato a tre italo-americani e italo-australiani per quello che hanno fatto per la loro cittadina di Sonnino. Hanno riacceso un interesse per i viaggi e la collaborazione e stanno trasformando il loro paese di origine.
Ma prima di esultare dovremo leggere i loro commenti sotto i post. Sono disposti a venire in Italia una volta ma poi vogliono tornare alla loro vita nei paesi in cui vivono. Se leggi bene, pochi di loro sono in grado di sopportare la burocrazia italiana: e la burocrazia mentale di tutti noi italiani è ancora più forte della vera burocrazia delle amministrazioni.
Gli ultimi interventi sono stati dedicati ai giovani: da un imprenditore di successo come Antonio Moschetta ai giovani laureati di Tor Vergata che collaborano con Claudio dell'Accio e Start Up Turismo (di cui facciamo parte) nella realizzazione di idee imprenditoriali.
Antonio ci ha insegnato una cosa: innovare i prodotti aggiungendo servizi ad alto valore di umanesimo ed esperienza diretta. Non pensare di poter competere nella tecnologia ma utilizzare la tecnologia prodotta da altri aggiungendo la nostra sensibilità per vendere prodotti a costi maggiori oa costi minori ma che riguardano solo il nostro valore.
Grazie all'ospite a casa, il professor Nicolò Costa e Marco Abei dell'Acom per l'attenzione che hanno dedicato al tema con l'obiettivo di far crescere le imprese dei giovani che lavorano nel turismo. Siamo certi che con loro continueremo un percorso che porterà alla creazione di giovani imprese.
Aiutare la trasformazione dei territori e favorire la nascita di imprese nei servizi turistici e la crescita di chi già ci lavora è l'obiettivo nostro e quello di Friend Of Tourist con i suoi mini corsi di inglese per barman.
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