Un vulcano come l’Etna che guarda dalla sua terrazza, questa è Paola che da oltre 10 anni ha aperto la sua agenzia di incoming turistico in Sicilia.
Molti lasciavano l’isola perché non riuscivano a vedere il loro futuro su questa terra, ma Paola non riusciva a vedere il suo futuro lontano da questa terra. E da Catania, ci racconta:
“E’ come se alcune volte le persone non riescono a vedere quella che è la loro realtà e pensano che, siccome non riusciranno a cambiarla, è meglio partire.
Ma il cambiamento è possibile, se solo potessimo guardare a noi stessi come ci guardano dall’estero. Allora ho pensato che mi servivano armi per la mia battaglia e dopo essermi laureata in Lingue a Catania ho conseguito un Master a Roma dove ho cominciato anche la carriera di agente di viaggio.”
La lingua è la prima arma che serve se si vuole vivere di turismo e si vuole emozionare le persone nel profondo per far vivere loro esperienze indimenticabili.
Ma non è la sola.
Non ci sono soltanto i viaggi organizzati di grandi gruppi, ma sempre di più ci sono viaggi personalizzati e allora si deve diventare amici e psicologi per capire i desideri delle persone ed organizzare il loro viaggio di sogno.
“I viaggi sono diventati delle esperienze per provare mondi diversi ma reali. Le persone viaggiano in piccoli gruppi e spesso sanno quali sono le passioni che vogliono vivere ma non sanno cosa offre il territorio.
Ed allora inizia il bello del nostro lavoro. Creare un viaggio su misura, immaginare l’inimmaginabile per arricchire l’essere umano che dopo un viaggio non è lo stesso individuo di quando è partito”.
Il turismo esperenziale è anche un turismo culturale, ma le persone sono pur sempre in vacanza. Non vengono a fare una vacanza-studio, ma a divertirsi con la cultura.
E questo concetto sono in pochi ad averlo compreso (o a ricordarselo) e per questo l’offerta dei nostri territori è spesso noiosa.
Per divertirsi con la cultura bisogna essere allegri dentro e curiosi di scoprire le bellezze del mondo (e dei nostri territori) che poi si fanno conoscere agli altri. Edutainment è la parola giusta.
E bisogna saper gettare ‘ponti interculturali’, come quelli che facciamo con il nostro programma Discover& Taste Your Italian Roots .
“Mi ricordo quando ho conosciuto personalmente un gruppo di giapponesi che venivano a Catania per sentire un tenore e che erano stati abbandonati dal loro Tour Operator. Ho organizzato tutto in modo che potessero entrare nel nostro spirito. E ci sono riuscita.
Hanno comprato chili di marmellate e poi mi hanno fatta andare a Tokyo a presentare l’Italia e la mia Sicilia.”
E il mondo asiatico è sempre più vicino e sono interessanti i canali con la Cina. Anche per loro abbiamo studiato emozioni italianissime. Ci avevano detto di preparare menù senza glutine ma più di qualche sera li ho trovati a mezzanotte che mangiavano spaghetti ai frutti di mare con il nostro vino!”.
L’esperienza di Paola è da manuale e dovremo tutti imparare da persone come lei non solo per far crescere il turismo nei centri minori ma per far vedere ai giovani come il paradiso è da noi.
Bisogna armarsi e buttarsi nella mischia. Poi tutto magicamente avrà un suo disegno.
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