Sembra che quando il regista americano Michael Cavalieri ha iniziato il suo viaggio alla scoperta delle radici siciliane a Limina abbia iniziato un nuovo capitolo della sua vita e di quella di molti italo-americani.
Dopo il primo film ‘Ritornato’ (www.ritornatothemovie.com) che riguarda il suo viaggio personale alla scoperta di Limina, il paese di origine da cui era partito il nonno Agatino Alibrandi, Michael è stato sollecitato da molte comunità locali affinché narrasse la loro storia e quella della emigrazione dal loro paese.
Lo scorso anno è quindi tornato in Sicilia per le riprese di un nuovo docu-film per raccontare la storia legata alle miniere di zolfo e alle condizioni delle persone che lavoravano al buio nelle viscere della terra.
È stato ispirato dal libro “The Man Farthest Down” dell’autore americano Booker T. Washington che trattava il tema della schiavitù e che Michael Cavalieri ha posto idealmente a confronto con lo sfruttamento degli operai nelle miniere.
E questa estate è finalmente uscito il nuovo film ‘La porta dell’inferno – The door to hell’ che ha iniziato il suo tour in molte città della Sicilia a partire da quelle in cui si svolge la storia.
La porta dell’inferno racconta la vita dei lavoratori delle miniere che spesso erano bambini, una volta chiamati ‘carusi’, ed è ambientato nelle miniere di zolfo di Agirà, Sommatino e di Floristella. Le miniere sono state attive fino agli anni ’70 e oggi sono state trasformate in un luogo da visitare all’interno del Parco Minerario Grottacalda-Floristella.
Alcuni di quei bambini-lavoratori sono ancora vivi, e quelli che non sono emigrati in USA per seguire il sogno americano, hanno preso parte alla realizzazione del film portando simbolicamente i loro nipoti.
Questi incontri generazionali hanno mostrato in modo poetico e con una sensibilità unica, la diversa condizione dei bambini con il passare degli anni e il risultato dei tanti sacrifici fatti.
Le condizioni di vita di questi giovani minatori delle zolfatare siciliane sono state raccontate molte volte nel corso dei secoli da scrittori e documentaristi, come il grande Luigi Pirandello, tutti residenti in Sicilia. Invece, il linguaggio di Michael Cavalieri ha portato una ventata di freschezza, il suo stile è innovativo così come la prospettiva da cui guarda le storie della sua amata Sicilia, quella di un italo-americano cresciuto in America che vuole omaggiare la storia di tanti italo-americani.
Michael Cavalieri Town Ambassador di Limina


Questo linguaggio è quello che serve per poter raggiungere le giovani generazioni e coinvolgere in nuovi legami tra Italia e America. Secondo Michael: ‘Questo documentario racconta le storie ispiratrici di alcuni degli ultimi uomini sopravvissuti che hanno lavorato nelle miniere di zolfo nella Sicilia centrale. Questi supereroi Marvel, come li chiamo io, ci danno una visione approfondita delle condizioni da schiavi in cui sono stati costretti a lavorare per molti anni dalla proprietà privata fino al 1963.
Il loro coraggio, volontà e determinazione sono il fulcro di questo film mentre discutono delle loro famiglie e dell'incessante ricerca per tenerle insieme. C'era solo una scelta che potevano fare se volevano tenere unite le loro famiglie: l'emigrazione o le miniere di zolfo... Tutti loro hanno scelto le miniere di zolfo.’
Pensiamo che il modo moderno ma rispettoso delle tradizioni con cui Michael Cavalieri sta narrando la storia della Sicilia, che per molte parti coincide con la storia del sogno americano, lo rende il perfetto Town Ambassador per molte comunità e per questo ha ricevuto la cittadinanza onoraria dal suo comune di origine Limina.
Per la sua attività di ricucitura dei legami fra USA e Sicilia, Michael ha anche ricevuto riconoscimenti dalla NIAF – National Italian American Foundation e dalla Columbus Citizen’s Foundation.
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