Collego sempre Alcatraz alla pioggia. Non importa quante volte ho trovato il sole. La prima volta che sono arrivata da Jacopo Fo c’era la pioggia e mi ero persa per le curve di Gubbio ed ora per me Alcatraz è pioggia e nuvole grigie.
L’ultima volta ci sono andata per partecipare ad Ecofuturo ma, soprattutto, per incontrare quelli che sono i miei amici più gioiosi e positivi, quelli che credono in un mondo migliore e si impegnano ogni giorno per realizzarlo. Una giornata di fine estate con una bella luce sulle colline umbre e una strada che sembra una collana di perle su un morbido corpo femminile.
Era fine agosto ma non ero preparata ad incontrare un sole che camminava rasoterra.
Arriviamo e iniziamo a salutare i molti amici, tutti italiani e la maggior parte di loro conosce l’italiano, in tutte le sue declinazioni territoriali, ma non l’inglese. Gavin mi aveva accompagnato immaginando di dover trascorrere 3 giorni a scrivere in solitudine fino a che qualcuno ci dice ”guarda che c’è Mario che parla bene inglese”.
Cerchiamo Mario.
Troviamo un sorriso che cammina, un saltimbanco/giullare capace di incantare in italiano e in inglese. Mario Pirovano è un uomo senza età e non credo agli anni che ha dichiarato. Per me è un bambino curioso che racconta storie per non farsi riprendere dalla mamma.
Lo troviamo con un gruppo di bambini: gioca a fare il drago mentre con le parole è in grado di ricreare mondi e scene di un altro tempo. Le sue parole disegnano nell’aria immagini e colori e ti catturano in una macchina del tempo. D’incanto ti trovi nel 1200 con San Francesco, poi sei con Picasso ed infine stai lavorando al Duomo di Modena.
La storia di Mario è incredibile. Di famiglia modesta, comincia a lavorare all’età di 12 anni , a 24 anni lascia l’Italia e si stabilisce a Londra, dove svolge i lavori più diversi. Come tanti italiani diventa cameriere e il suo modo affabile e “arlecchinesco” lo porta ad essere il miglior cameriere, quello che a fine serata ha le tasche gonfie di mance.
I clienti fanno a gara per essere serviti da lui e gli propongono in continuazione di aprire nuovi ristoranti e di entrare in società in varie parti del mondo. Potrebbe andare a Melbourne in un giorno ma, si domanda, a fare che? Se sei un cameriere sei sempre in un ristorante, che sia a Londra o Melbourne cosa cambia?
Ma la sua vita cambia d’improvviso una sera quando per la prima volta va a teatro; a Londra era appena arrivata una coppia di italiani, tali Dario Fo e Franca Rame, di cui aveva tanto sentito parlare, ma che non aveva mai visto. Entra in sala e quando inizia lo spettacolo viene rapito dal testo, dal modo di recitare. Decide che non può fermarsi solo in platea, deve approfondire, capire di più.
Va a salutarli in camerino ed esprime loro la sua gioia. Quello che accade poi è incredibile e la sua vita cambia. Inizia a seguire Dario e Franca in tournée facendo di tutto: dall’aiuto macchinista alla comparsa, dall’autista al responsabile vendite di libri e audio/video.
Entra a far parte della famiglia in punta di piedi, spinto dalla passione per gli spettacoli teatrali e per le storie che Dario sapeva costruire con parole semplici sintetizzando studi approfonditi. A Milano Mario doveva restare qualche giorno a casa dei Fo prima di trovare un suo alloggio… e vi trascorre 10 anni! Un fratello? Non lo so e nessuno potrà mai saperlo. Un’ombra, certo.
Un giorno la sua vita cambia ancora. Si trova d’estate a lavorare per la Libera Università di Alcatraz, fondata da Jacopo Fo, quando provocato da un gruppo di ragazzini, racconta loro un episodio del Mistero Buffo. Sale sul palcoscenico e si sente “a casa”. Recita, salta e balla come se lo avesse fatto tutta la vita. E non vuole più scendere!
Aveva sperimentato quello che i maestri zen cercano di spiegare ma che pochi riescono a provare. Aveva interiorizzato talmente la vita dell’attore che lo era diventato, ma lo aveva potuto scoprire solo salendo sulle scene.
Da allora Mario non è più sceso da palco ma ha trasformato la sua vita in un palco.
E questo è come lo abbiamo conosciuto. Ci ha fatti salire sul suo palco e ci ha regalato i suoi raggi di sole. Un sole che cammina.
Da oggi l’immagine di Alcatraz non sarà più legata alla pioggia.
Seguici sui social