La prima volta che ho incontrato Vittorio Garrone eravamo ad una cena all’ambasciata italiana a Varsavia, in Polonia. Una sorridente persona in abito elegante ma sportivo che non amava farsi notare troppo.
Ci avevano presentati perché avevamo in comune le energie rinnovabili ma non sapevano che in realtà condividevamo molto di più: la passione per i cavalli. Dovevamo parlare di chilowatt ma il discorso non si spostava mai dalle emozioni che si provano vicino a questi animali.
Non so perché nasce la passione per i cavalli, ma quando arriva prende totalmente e non ti lascia più per tutta la vita. A Vittorio è nata nel 1989 e la sua famiglia non aveva tradizioni in questo mondo e gli studi e le passioni le ha condivise con sua moglie Simona.
Insieme hanno comprato una tenuta ad Arquata Scrivia, nell’area dove il Piemonte e la Liguria si incontrano e si confondono.
Hanno ristrutturato un casale, dove hanno abitato per molti anni, e messo su l’allevamento Basini che oggi ha anche una sede in Normandia, un’area con pascoli più adatti ai giovani puledri.
“Basini era il nome dell’area, ma in dialetto vuol dire anche “bacini” e questo doppio significato mi ha attratto perché sottolineava la passione e l’amore che ognuno deve mettere in quello che fa. E’ l’amore che impedisce alla passione di diventare una mania e di superare i confini dell’etica.”
L’etica, la giusta relazione fra uomo e natura, fra uomo e cavalli è stata il filo conduttore della sua vita e, nell’allevamento Basini, l’attenzione alla serenità del cavallo è sempre andata di pari passo con la ricerca di metodi dolci per la crescita degli animali.
Vittorio si propone di allevare cavalli sportivi secondo i principi base dell'etologia così da garantire ad amatori e professionisti cavalli sani e preparati nel corpo e nella mente. Per far questo deve migliorare l'interazione uomo Cavallo, secondo il principio dell'ascolto. Sensibilizzare il mondo dell'equitazione ad un approccio basato sul dialogo.
"Il nostro risultato non è ottenere che il Cavallo faccia la determinata cosa, ma è che il Cavallo decida di volerla fare. Ad un certo punto ho capito che non bastavano le regole matematiche dei metri quadri per i box o per i paddock, ho capito che per agire sugli animali dovevo prima agire sugli uomini e ho iniziato a scegliere le persone con cui circondarmi.”
Ha fondato un team di cavalieri e iniziato a supportare giovani promesse dell’equitazione. Il team ha un nome fantastico, che non si può dimenticare e che fa ‘molta scena’ quando gli speaker lo annunciano nelle competizioni. Il team si chiama WOW. Una scelta così originale probabilmente nasce dall’esperienza maturata da Vittorio sia all’interno dell’impresa di famiglia (ERG) sia quando per anni si è dedicato del marketing della passione di suo padre, la squadra di calcio della Sampdoria.
“All’inizio, quando in famiglia è stato deciso che mi sarei occupato del marketing della squadra mi sono sentito un po’ costretto in un ambiente che non era il mio. Poi mio padre mi ha lasciato libero di applicare al calcio la stessa filosofia che applicavo nel mio allevamento e ho vissuto esperienze esaltanti e trascorso momenti indimenticabili.”
Anche nel calcio la prima cosa è stata la cura del vivaio, proprio come nel suo allevamento di cavalli, l’attenzione e la cura ai bambini che si avvicinano allo sport tirando calci al pallone e scoprendosi talentuosi. Ma il talento senza la disciplina, l’amore e il divertimento non può bastare per diventare un campione. E molti si ricordano ancora la disputa fra il papà Riccardo e il talentuoso ma indisciplinato giocatore Cassano.
Poi ha iniziato a fare gemellaggi sportivi fra vivai di ragazzi in varie parti del mondo. Questo lo ha portato a viaggiare e a conoscere realtà molto diverse da quella italiana ed Europea.
“Avevamo concluso un importante accordo con una squadra cinese per uno scambio di ragazzi del vivaio e per fargli vivere esperienze sportive in altri paesi. La prima volta che sono andato in televisione con la sciarpa della Sampdoria sul collo e ho chiesto i dati dell’ascolto sono rimasto sorpreso. Venti milioni di persone avevano seguito la mia intervista e chiedevano informazioni su quello che facevamo. Numeri da capogiro.”
Finita l’avventura con il calcio, Vittorio si torna a concentrare totalmente sui cavalli e sulla squadra WOW e affida il team a Luca Moneta, un cavaliere che ha fatto del metodo dolce di doma la sua filosofia di vita. Uomini e cavalli iniziano la loro relazione sin dalla nascita dei giovani puledri e il rapporto si fonda sul piacere di superare insieme sfide e di vincere. Per Luca la cosa più importante è il dialogo, anche quando per le necessità dello sport si è abituati a dover dire tanto e ad ascoltare un po' poco. Invece un buon etologo ascolta molto e dopo aver ascoltato, comincia a trovare un dialogo.
I cavalli possono percepire tutte le nostre sensazioni, hanno un legame particolare con l’uomo che li rende idonei ad aiutare molti che hanno handicap fisici o mentali. L’empatia fra cavallo e cavaliere è così forte che le persone possono cambiare dopo un contatto con questi animali e l’ippoterapia è riconosciuta a livello internazionale.
“La forza del Team WOW è determinata principalmente dalla volontà e dalla consapevolezza che ognuno di noi può fornire un importante contributo a quella che a tendere, potrà essere considerata una vera e propria rivoluzione nel mondo dell'equitazione. I nostri Cavalli ci stanno regalando enormi soddisfazioni, cerchiamo di ricambiarli quotidianamente con affetto, attenzioni e relax, e lavoriamo ogni giorno con entusiasmo, per ricambiare la loro grande generosità.”
Per questa sua professionalità, per l’etica dell’allevamento Basini e della squadra WOW, a Vittorio è stato assegnato il “Premio Flambo. Etica, Cultura, Scienza e Sport” con il Patrocinio del CONI, del Comitato Italiano Paralimpico, della FISE e degli Enti di Promozione Sportiva AICS e ASI e del Ministero della Salute italiano.
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