La prima volta che ho incontrato Vittorio Livi mi sembrava uscito da un racconto di Fellini: i suoi lunghi capelli ricci, la sua parlata e il suo buon umore sono quelli che ci si aspetta di trovare nei romagnoli.
Quando ero piccola eravamo tutti incantati dalle persone di quest’area a cavallo fra Pesaro e Cesena dove sembrava che il sorriso non tramontasse mai e che la vita fosse tutta un fluire di “liscio”.
Vittorio viene da Pesaro e l’amore per le sue radici gli ha permesso di innovare e di essere un pioniere internazionale ma di portare ricchezza alla sua comunità. E' nato a Tavullia e li ha ancora la sede della sua impresa FIAM, mentre la sua casa è a pochi chilometri in una splendida villa-Museo del Vetro a Pesaro.
Abbiamo un caro amico in comune, il conte Nani, e quando volevamo fare qualcosa per le piccole imprese (ma non sapevamo ancora cosa), è riuscito a trovare del tempo per partecipare ad un nostro convegno e raccontarci la sua esperienza umana e di imprenditore. Un fiume in piena! Allora non concludemmo nulla ma ognuno di noi è uscito con emozioni positive e con l’idea di “non arrendersi alla mediocrità, puntare al bello”.
Aveva deciso sin da bambino di voler fare qualcosa di bello, lo aveva detto al padre, ed ancora non è contento di quello che ha raggiunto. Vittorio mi fa venire in mente la poesia di Hikmet:
Il più bello dei mari
è quello che non navigammo.
Il più bello dei nostri figli
non è ancora cresciuto.
I più belli dei nostri giorni
non li abbiamo ancora vissuti.
E quello
che vorrei dirti di più bello
non te l’ho ancora detto.
Come ogni anno lo vado a trovare allo stand della Fiam al Salone del Mobile di Milano. Questa volta riconosco la sua area da lontano: due grandi sculture di Helidon Xhixha segnano l’entrata. La nuova collezione di arredi in vetro è stata realizzata con questo grande artista albanese. Mi lascia senza parole la sua bellezza e semplice ricercatezza.
Riconosco i suoi capelli e mi avvicino per salutarlo. Sempre sorridente e pronto ad offrirmi un caffè e a dedicarmi parte del suo tempo. Non sono un compratore, non sono un designer eppure riesce a trovare uno spazio per raccontarmi di come ha incontrato Helidon Xhixha ed ha iniziato questa collaborazione da cui è già nata una amicizia. Poi mi presenta la sua agente per una intervista.
Vittorio sorprende e “va oltre” sempre in anticipo rispetto ai tempi ma sempre al punto giusto per realizzare le sue visioni. La sua prima impresa nel vetro la fonda a 17 anni (allora si diventava maggiorenni a 21) e ha bisogno delle firme di altri per iniziare.
Ma presto inizia a camminare da solo e a sperimentare qualcosa di unico: arredamenti totalmente in vetro curvato.
Tutto parte da uno sgabello e da un giornalista che lo fotografa mentre cercava di dimostrare la resistenza del vetro curvato stando in piedi e facendo una “prova di carico”. La foto finisce diventa virale e Vittorio capisce la potenza di quello che stava creando.
Da allora non ha ancora smesso di stupire giornalisti e pubblico.
Gli anni erano giusti e il mercato tirava. Molti sono diventati imprenditori ma molti si sono anche bruciati presto. Quando si “vende facilmente” si rischia di smettere di innovare e di perdere il desiderio di crescere in qualità. L’ubriacatura delle produzioni di massa ha rovinato alcuni imprenditori.
Ma il caso della Fiam è diverso e dei quasi 50 anni di collaborazione con grandi designer e artisti internazionali lo dimostra.
Nel caso di Vittorio, l’innovazione supera i confini della sua azienda e arriva nella comunità. Sin dagli anni ’70 fonda una società in USA per far conoscere i marchi industriali italiani e aprire le nostre imprese ai mercati internazionali. Nuovi mercati, nuovi stimoli e nuove opportunità. Allo stesso tempo capisce l’importanza di creare una vetrina di alto valore in Italia e con Fla Eventi si impegna nella più importante fiera del design internazionale: il Salone del Mobile di Milano.
Se il Made in Italy è riuscito ad affermarsi all’esterno nell’arredamento e nel lifestyle è grazie a personalità come quella di Vittorio, un inarrestabile ottimista che guida la sua impresa e la sua vita sotto la bandiera della creatività, dell’amore per il bello, della famiglia e della comunità in cui è nato.
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