Se volete sapere quale è il nome più insolito data ad una pasta, gli strozzapreti o strangulaprevete sono in cima alla lista. E non pensate che siano un piatto tipico regionale perché con varie declinazioni sono presenti un po’ in tutta la penisola.
Generalmente sono una sorta di spaghetti fatti con acqua e farina di grano tenero, ma in Trentino diventano gnocchi di pane raffermo (con spinaci, uova e grana) e in Emilia Romagna sono una pasta corta e ritorta. In Abruzzo vengono fatti con il grano duro e nel sud in generale vengono arrotolati con un ferretto. Ma sono sempre tutti chiamati strozzapreti.
La loro gloria è stata celebrata ironicamente dal poeta romano Gioacchino Belli in molti suoi sonetti e sempre in modo irriverente verso i prelati.
In ogni caso il loro nome non denota certo un amore sconfinato verso i cultori della chiesa, ma piuttosto una presa in giro delle grandi mangiate del clero. Si dice che il loro nome venga dal Concilio di Trento dove i prelati ne mangiavano così tanti che finivano per strozzarsi. Altre storie, invece, li fanno risalire al fatto che le donne li preparavano per i preti nei giorni di festa ed i mariti costretti a mangiare gli avanzi augurassero ai preti di ‘strozzarsi’.
Qualsiasi sia la storia di questa pasta, oggi diventiamo vegani per un giorno con un piatto di strozzapreti e un insolito ‘formaggio’ a base di latte vegetale.
Ricetta degli strozzapreti con broccoli romani, gorgonzola vegana, briciole di galletta multi-cereali
Iniziamo dalla preparazione degli strozzapreti usando una semola di grano duro integrale. Mettiamo la semola in una ciotola con acqua tiepida e un poco di olio e impastiamo fino a fare la solita palla che lasceremo riposare.
Nel frattempo, puliamo i broccoli romani, li dividiamo in cimette e li lessiamo in acqua bollente salata. Li lasciamo un po' al dente e li mettiamo ad insaporire in una padella dove avremo fatto un fondo di aglio e olio.
Riprendiamo la pasta e la stendiamo in una sfoglia alta un paio di millimetri, che tagliamo a fettucce che poi arrotoleremo.
Lessiamo la pasta, aggiungiamo l'acqua di cottura della pasta nella padella e schiacciamo i broccoli con la forchetta. Ora la salsa è pronta e aggiungiamo la pasta scolata al dente per farla insaporire.
A questo punto mettiamo la gorgonzola vegana, che è molto meno densa di quella normale, saltiamo ancora la pasta, aggiungiamo delle briciole di galletta fatta con multi cereali (segale, orzo, avena) e serviamo nel piatto.
Ora vi sembrerà strano che ho usato il femminile per la gorgonzola ma sono un tradizionalista e sono cresciuto con questo nome. D’altra parte, anche la mozzarella ed altri formaggi sono al femminile.
Nel bicchiere ho scelto un vino poco usato ma eccellente: un Sangiovese superiore di Romagna dell’Azienda Zavalloni. Un vino che fa una parte di affinamento in botte tonneau per 22 mesi e poi 4 mesi in bottiglia. Un piacere.
Seguici sui social