Un grande omaggio a Colleferro nella nuova aula consigliare nella sede di Corso Garibaldi alla presenza del vicepresidente del Consiglio e Ministro degli Esteri, Antonio Tajani, e della vicepresidente della Regione Lazio, Roberta Angelilli.
Gran Cerimoniere e regista di tutte le manifestazioni, che dureranno oltre un anno, è Pierluigi Sanna che oltre ad essere il sindaco di Colleferro è anche il vicesindaco dell’Area Metropolitana di Roma Capitale.
Ma facciamo un brevissimo riassunto della storia di Colleferro che è una delle 7 Città di Fondazione di Mussolini e fra queste è l’unica con una vocazione industriale, mentre le altre erano nate a servizio dell’agricoltura dopo le bonifiche della Pianura Pontina.
Il sindaco ha voluto dare una impronta positiva e di orgoglio a tutte le manifestazioni: “Per la nostra storia e i successi delle nostre imprese di punta, che sono frutto della intelligenza, della preparazione, delle nostre maestranze, delle nostre lavoratrici e dei nostri lavoratori, io dico che con queste celebrazioni noi, sì è vero, ricordiamo il nostro passato, ma festeggiamo più di tutto, e con più vigore possibile, il nostro futuro”.
La storia di Colleferro coincide con la storia industriale della Valle del Sacco ma anche di tutta l’Italia. La sua crescita si deve all’industria bellica che poi negli anni recenti si è sempre di più specializzata nelle tecnologie spaziali diventando uno dei fiori all’occhiello delle imprese italiane.


Colleferro aveva attratto maestranze da tutta Italia: ad esempio le mie due famiglie di origine erano arrivate dal Veneto e dal Friuli. Un mio nonno aveva iniziato a lavorare con i suoi fratelli come operai nei cantieri edili di Aprilia e poi insieme avevano fondato la loro impresa Furlan a Colleferro, ma anche il cinema Vittorio Veneto, e la sorella, zia Vittoria, aveva aperto la prima sanitaria del paese.
Un altro nonno era esperto in fonderia ed era arrivato in fabbrica prima della guerra ma, purtroppo, è morto giovane di tumore lasciando una piccola (di statura) moglie che per arrotondare lo stipendio insegnava a leggere e scrivere nelle scuole serali a tutti gli operai e i pompieri.
L’altra mia nonna friulana, anche lei maestra, se la ricordano ancora gli anziani del paese perché era riuscita a trasferirsi a Colleferro grazie al Sabato Fascista: era lei che insegnava ginnastica ai giovani il sabato mattina allo stadio di Colleferro. Se la ricordano soprattutto per le sue gambe mentre faceva ginnastica!
La nascita di Colleferro, con la sua struttura sociale e i servizi, richiama alla mente anche alcune realizzazioni ottocentesche del socialismo utopico, come le seterie borboniche di San Leucio a Caserta o anche le cartiere di Isola del Liri. Solo che a volere un paese e una società in cui si aveva a cuore il benessere dei suoi cittadini, la loro istruzione e la loro salute era stato un imprenditore del nord insieme ad un grande ingegnere come Riccardo Morandi.
È vero che la sicurezza in fabbrica non era il massimo, ma è anche vero che subito dopo gli incidenti che hanno causato gli scoppi della fabbrica, il re e Mussolini hanno varato una delle prime leggi sulla sicurezza nel posto di lavoro. Colleferro è stata apripista anche in questo settore.

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