Una delle particolari feste che a Catania celebra la fusione tra sacro e profano è la Festa dei Morti.
Certo suona un po’ macabro, ma la Festa dei Morti racchiude in sé tante tradizioni: dai fiori offerti ai propri cari il giorno della commemorazione dei defunti alla fiera dei giocattoli e delle scarpe, come la chiamavamo tutti noi.
Mentre tutta l’aria era riempita dal profumo dei biscotti fatti in casa!
Quando ogni anno a Catania l’autunno fa capolino, proprio in questi giorni la gente comincia a prepararsi per il cambio di stagione perché, incredibile ma vero, abbiamo indossato finora vestiti estivi.
In questi giorni pieni di impegni, la sera era tradizione andare alla Fiera dei Morti tra stand di giocattoli per i bambini e le scarpe per l’inverno alle porte, un richiamo per molti siciliani da ogni dove.
Ma la tradizione narrava che tra la notte di giorno 1 e giorno 2, le anime dei defunti andassero a rubare giocattoli e dolci dei migliori artigiani e a cercare un pensiero solo per quei bambini dei loro parenti che si erano comportati bene e che avevano pregato:
"Armi santi, armi santi, sugnu unu e vuatri síti tanti: Mentri sugnu 'ntra stu munnu di guai, cosi di morti mittitimìnni assai" (Anime sante, anime sante, io sono uno e voi siete tanti: Mentre sono dentro questo mondo di guai cose dei morti mettetemene tanti).
Per i bambini è un po’ una festa cercando di capire come possa avvenire questo “fenomeno”, che chiaramente viene superato abbondantemente dal pensiero dei regali!
Tipico infatti nel linguaggio d’uso diventa la frase di rito che i parenti chiedono ai bambini: “ chi ti lassanu i motti?” proprio a sottolineare che si focalizza ciò che si è ricevuto in dono, senza alcun riferimento alla provenienza!
Ma il pensiero dei catanesi corre lo stesso alle anime dei propri amati defunti, a cui si dedica comunque lo spazio di una preghiera ed un consueto mazzo di crisantemi.
Anche lì la preghiera non corre a senso unico, bensì viene dedicata all’anima del proprio caro, ma si chiede anche supporto da lassù a chi lotta giornalmente nei meandri della vita terrena …
[caption id="attachment_125032" align="pull-right" width="292"] Reginelle[/caption]
Le case dei catanesi si preparano alla festa: ci sono i regali da comprare e nascondere accuratamente, le spezie e gli ingredienti per tanti tipi di biscotti, che si trovano solo ed esclusivamente in questo periodo.
Così il profumo di chiodi di garofano, cannella, cioccolato, polvere di pistacchio, mandorle e miele dell’Etna pervade molte cucine.
Si preparano anche le tovaglie più belle ricamate e inamidate, le teiere con i servizi di famiglia, un’alzatina a centro della tavola, non può mancare!!!
È periodo di visite e i catanesi, notoriamente ospitali, sono lieti di aprire le loro case e offrono ai parenti questi biscotti accompagnati da tè caldo e caffè.
Convivialità e tradizione trovano il loro solito binomio!
La cotognata realizzata nelle sue formine di terracotta, con le mele cotogne tipiche del periodo, Nzuddi a base di mandorle, le Ossa de motti o Mustazzoli, molto croccanti, bicolore aromatizzati con i chiodi di garofano, le Rame di Napoli al cioccolato.
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Rame di Napoli[/caption]
Le Rame di Napoli sono state un tributo all’unificazione del Regno delle due Sicilie nel 1816, per cui fu coniata una moneta con una lega di rame e anche questo dolce.
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La Cotognata[/caption]
Questi sono solo alcuni degli esempi della tradizione locale che intrattengono gli adulti, mentre i bambini entusiasti dei regali ricevuti dai “morticini”, hanno già messo da parte la consueta domanda del come sono arrivati i regali” e, tra un biscotto in mano ed un giocattolo nell’altra, si godono la festa tra le chiacchiere di una parentela riunita.
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