Dalla Ragione all’arte del Rugby

Dalla Ragione all’arte del Rugby

Cercando l'arte del Rugby, abbiamo percorso le vie strette dell’area pedonale del centro di Padova, siamo arrivati in Piazza delle Erbe, dove si ha il primo colpo d’occhio sul Palazzo della Ragione.
Non si ha un’immediata percezione della vera magnificenza del Palazzo della Ragione (o Palazzo della Giustizia come preferirebbero gli Inglesi). Ciò nondimeno la veneranda età di questa secolare basilica commerciale cum judicio con il soffitto a volta è evidente.
A quanto pare, ha anticipato Palladio di tre secoli, infatti sembra avere un sistema architettonico e progettuale simile, qualcosa che di sicuro ha rappresentato una fonte di ispirazione per molti futuri architetti. In piedi davanti al Palazzo della Ragione si percepisce che Padova deve essere stata una grande città di sapere e cultura in quei primi anni del tredicesimo secolo quando gli studenti arrivarono da Bologna e fu stabilita qui l’Università.
Il nostro piacevole compito in occasione della visita al Palazzo della Ragione era di predisporre una mostra di Energitismo sull’Arte del Rugby nella grande stanza del “Salone”in cui il Museo del Rugby (Fango e Sudore) presentava una storia delle maglie da rugby di tutto il mondo per celebrare l’amichevole tra Italia e Sud Africa. Ci siamo arrampicati per due stanze, ognuna con una scala di pietra di venti scalini, per entrare nel grande salone alla nostra destra.
Il primo sguardo è andato agli affreschi che ricoprono le alte pareti lungo tutti e quattro i lati, disposti in forme geometriche. Guardando in giro si nota una serie semi regolare di animali che vanno dal pavone all’ aquila agli animali da fattoria, dalla capra di montagna al cavallo al galoppo, al cinghiale, al cervo, al cammello, al lupo, al leone regale e qualche creatura mitologiche, come il drago, che era il simbolo della Corte del Drago. Le singole sezioni tra i montanti sembravano essere di larghezza irregolare, cosa che aumenta il desiderio di una seconda visita per esaminare più da vicino questa splendida struttura.
Guardando verso il fondo del grande salone, attraverso i lati della mostra di maglie da rugby di differenti Paesi ed epoche, scorgiamo un gigantesco cavallo di legno che attrae l’attenzione verso di sé. Immediatamente viene alla mente Troia, ma questo cavallo di legno sembra solido, costruito con assi scolpite da Rinaldi e assistenti circa nel 1466, ma attribuito a Donatello. La testa sembra viva, e incrocia severamente lo sguardo dei visitatori, inoltre è stato dotato di genitali amorevolmente scolpiti.
C’è voluto un po’ di tempo, guardando in sù abbiamo notato che l’enorme volta sopra di noi era sostenuta solo sui lati, ma subito non abbiamo realizzato cosa comportasse questo fatto.
Fuori, abbiamo vagato verso il centro di Piazza delle Erbe quasi vuota, un luogo che ogni mattina è un mercato pieno di vita e lo è stato per secoli, per avere una visuale completa sul Palazzo della Ragione. Un uomo di una certa età, vestito elegantemente in stile semi rurale, si è avvicinato e ha cominciato a raccontarci alcune storie sui primi secoli di questo edificio vecchio di quasi 800 anni.
Sergio Nave è stato una guida qui per molti anni. Ci ha detto che il soffitto a volta senza sostegno era il progetto di un monaco tornato dall’India circa 100 anni dopo la prima costruzione. Sembra che la struttura a “scafo rovesciato” sia opera di un architetto navale realizzata un secolo dopo il progetto della volta di Fra Giovanni, in seguito a un incendio. Il soffitto è presumibilmente il più grande soffitto senza sostegno di tutta Europa. Brunelleschi ne sarebbe geloso.
Sergio ha attirato la nostra attenzione sui regolari ornamenti verticali lungo i lati in cima alle pareti. Ci ha ricordato che c’era stata una “gara” tra la chiesa e il potere secolare per accaparrarsi questo edificio, e che questi particolari ornamenti erano stati progettati dal monaco per assicurarsi che la chiesa fallisse nel suo proposito: i circa 50 ornamenti sono, non ovviamente, falli stilizzati.
Mi chiedo quante altre storie ci potrà raccontare Sergio la prossima volta che lo incontreremo al Palazzo della Ragione?

Iscriviti alla Newsletter

Scopri un territorio attraverso le emozioni di chi l'ha raccontato in prima persona.