La regione Lazio è la prima regione a lanciare una iniziativa sul Turismo del Grano e della Pasta con il claim ‘esperienze di biodiversità dal campo al piatto’.
Un modo intrigante per raggiungere turisti e gastronauti a visitare le piccole imprese (soprattutto nelle aree interne) dove si possono gustare i profumi e i sapori dei grani tradizionali, quelli che mangiavano i nostri nonni.
Forse il tema del grano, forse quello del turismo, ma il convegno dedicato al tema che si è svolto nella sede UNICAS di Frosinone ha visto la partecipazione di oltre 200 operatori del settore e un numero incredibile di curiosi.
L’apertura dei lavori è stata fatta dall’assessore regionale all’Agricoltura Giancarlo Righini: “Il Turismo del Grano rappresenta un'opportunità senza precedenti per il nostro territorio, ricco di storia e di tesori gastronomici.
Come assessore, sono entusiasta di vedere il crescente interesse per questa forma innovativa di turismo, che non solo celebra le nostre tradizioni agricole, ma offre nuove prospettive di sviluppo economico per le nostre comunità rurali, proprio come sta accadendo per l’eno-oleoturismo, che di recente la Regione ha disciplinato.
L’impegno congiunto di istituzioni e operatori del settore può trasformare anche il Turismo del Grano in una risorsa preziosa per i territori, innescando un circolo virtuoso di crescita, capace di unire tradizione, innovazione e sostenibilità ambientale.”.

Un ottimo inizio a cui segue un Premio di Laurea dedicato agli Itinerari del Grano nel Basso Lazio proprio ad UNICAS che a ha co-organizzato l’evento con il professor Carlo Russo e che è stata presente con la sua massima autorità, il rettore dell’Università di Cassino e del Lazio Meridionale Marco dell’Isola:
“Ancora una volta protagonisti insieme alle realtà più dinamiche e virtuose del territorio per promuovere e valorizzare lo sviluppo rurale e il turismo sostenibile attraverso le aziende agricole, che rappresentano la nostra più grande ricchezza. Gli ‘itinerari del grano’ andranno a sostanziare la ‘dieta mediterranea’ che l’UNESCO propone come patrimonio dell’umanità.
Il progetto valorizza tutti i piccoli agricoltori che custodiscono la biodiversità del Lazio trasformandola in una esperienza gustativa unica per il palato e può favorire la multifunzionalità delle imprese e attrarre nuove forme di turismo legato ai grani. Una biodiversità che si è mantenuta grazie al lavoro infaticabile dell’ARSIAL che ha mappato tutto il territorio regionale e protegge le specie a rischio di erosione.

Per il Commissario Straordinario di Arsial Massimiliano Raffa: “Il Turismo del Grano o dei cereali rappresenta un'opportunità straordinaria per esplorare le radici profonde della nostra cultura agricola. Questo connubio tra tradizione e sostenibilità offre un'esperienza unica, che ci permette di apprezzare non solo la bellezza dei paesaggi rurali, ma anche la ricchezza della nostra biodiversità agricola, che Arsial, nella sua veste di Agenzia pubblica, è chiamata a tutelare e valorizzare.
Le possibilità di sviluppo legate al turismo del grano sono enormi. Includono l’organizzazione di visite guidate la creazione di esperienze culinarie e la promozione di prodotti locali. Arsial è fermamente impegnata nel promuovere questa forma innovativa di turismo, che non solo valorizza le nostre antiche varietà di frumento, ma anche le comunità agricole che le coltivano con cura e dedizione, trasformando la tradizione in opportunità di crescita”.
A conclusione dei lavori, presso la mensa universitaria, due Lady Chef Mirella Crescenzi e Orietta Di Lieto, hanno utilizzato i prodotti DOP della Ciociaria come il cannellino di Atina, il peperone di Pontecorvo, il sedano bianco di Sperlonga, l’aglio di Castelliri, la cipolla di Arce, la salsiccia di Castro dei Volsci, il broccoletto di Roccasecca, il pecorino di Picinisco, oltre ovviamente una pasta di Paliano realizzata con grano duro Cappelli, grano tenero Autonomia B e farro per deliziare gli ospiti le loro preparazioni gastronomiche.
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