
La storia dei mercati è la storia dell’uomo, gli scambi commerciali si portano dietro gli scambi culturali e le culture si fondono e si intrecciano creando nuove ispirazioni in quello che è stato chiamato un ‘melting pot’.
Girando per il mondo si scopre che nei centri storici di tutte le più grandi città si trova una ‘Piazza del Mercato’ dove quotidianamente o settimanalmente si vendevano le mercanzie. Queste piazze erano veri punti di riferimento sociale e i principali luoghi d'incontro dove si svolgevano anche le assemblee cittadine.
Dalle piazze all’aperto sono nati poi anche i mercati coperti, talvolta semplici porticati ma spesso anche luoghi al chiuso dove si trovano delle piccole strutture stabili per la vendita al dettaglio. Per molto tempo non hanno subito grandi modifiche ed erano stati relegati soprattutto a luoghi di vendita, ma negli ultimi anni la loro evoluzione ha fatto recuperare il loro spirito sociale iniziale.
In Nord Europa, forse per il clima freddino, i mercati sono diventati da luoghi di acquisto di prodotti da piccoli agricoltori a luoghi di degustazione: sono diventati famosi quelli di Amsterdam o Barcellona. Poi dieci anni fa Umberto Montano ha lanciato la formula del Mercato Centrale anche in Italia, e oggi ha aperto in varie città e anche a Melbourne in Australia.
Il restyling dei vecchi mercati è stato molto profondo perchè oltre a toccare gli aspetti commerciali doveva dare una nuova immagine dentro e fuori della struttura. E’ indubbio quindi che il design ha giocato e gioca un ruolo fondamentale per attrarre nuove forme di intrattenimento e di pubblico.

Così arriviamo a Colleferro, dove sin dalla sua nascita il mercato coperto è stato concepito come una struttura di architettura inserita nella nuova città che aveva disegnato il grande Riccardo Morandi. Non è un caso che poi grazie a questo progetto, il comune di Colleferro sia stato nominato Città della Cultura della Regione Lazio e il centro storico novecentesco sia stato musealizzato.
Per il sindaco Pierluigi Sanna: "Il mercato coperto di Via Sobrero rappresenta da sempre un luogo del cuore per tutti i colleferrini ed un punto di riferimento per l’intero territorio. Nonostante le orribili modifiche apportate negli anni 90, si tratta di un originale morandiano di grande valore che merita di essere aperto anche nel pomeriggio, consegnando a tutti un servizio ancora migliore."
Dopo un periodo di declino per la grande concorrenza dei supermercati, il Mercato Coperto in Via Sobrero di Colleferro oggi prova a rinnovarsi per tornare ad essere un luogo sociale. Per prima cosa un restyling e un logo identificativo che richiami il disegno architettonico originario della città morandiana. Artefici del cambiamento sono stati due professionisti di Colleferro, l’architetto Gianluca de Cesaris e l’interior designer Stefano Cipriani.
Devo confessare a questo punto la mia emozione. Conoscevo entrambi i genitori che avevano iniziato a lavorare con l’impresa di mio nonno e, quando ero piccola, erano sempre stati gentili e sorridenti con me per cui hanno un posto nel mio cuore.
Quando il giorno dell’inaugurazione ho visto Gianluca e Stefano che sorridevano percorrendo gli spazi del mercato, ho avuto un colpo al cuore e ho rivisto Piero e Romoletto. Che bellezza far parte di una comunità: queste sovrapposizioni danno proprio il senso della vita.
La loro scelta è stata quello del disegno di nuovi banconi della frutta, che potessero soddisfare l’esigenza di essere facilmente spostati per rendere gli spazi flessibili ad eventi sociali, e una copertura per filtrare la luce. Questa è stata scelta con un disegno che possa proiettare ombre di foglie, tralci di uva e natura sul pavimento per creare un gioco di forme.
Per ultimo hanno ideato una stanza ludico/educativa con dei particolari tavoli in legno, che ospitano uno spazio centrale dedicato alla coltivazione delle erbe officinali, e che possano essere utilizzaia da bambini e ragazzi.
Ad oggi ho già mangiato un paio di volte al mercato, ho ascoltato un concerto e continuo a comprare frutta, verdura, formaggio e carne da Maurizio (oltre al pesce da Giulio) e mi sono divertita ritrovando amici. Siamo agli inizi ma le prospettive sono positive e il coinvolgimento di Francesca Litta con Slow Food mi sollecita la curiosità per tanti futuri eventi.
Ad maiora!


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