
Non chiedetemi quale è il mio olio preferito perché sono cresciuta con la rosciola di Paliano, da piccola mia madre lo veniva a comprare dai contadini ed oggi lo produciamo con la nostra azienda Donna Vittori (www.donnavittori.com).
La rosciola ha un’oliva piccola (e quindi anche la sua resa è piccola) che va colta non appena inizia a colorarsi e a diventare ‘roscia’, ma prima che diventi nera quando cambia sapore e perde alcune delle sue caratteristiche organolettiche. La rosciola è tipica di questa zona di confine fra l’Alta Ciociaria e la Valle dell’Aniene e in questi anni sono nati frantoi specializzati nella sua molitura capaci di esaltare i sentori dell’olio di fruttato verde e i profumi di mela ed erba.
Ma attenti al retrogusto piccante dell’olio appena uscito dal frantoio, può sorprendere i non addetti ai lavori!


Girando con il nostro lavoro i diversi paesi del Lazio abbiamo potuto assaggiare diverse varietà di olio, alcune delle quali hanno raggiunto livelli assoluti di eccellenza.
Fra le più famose dobbiamo citarne almeno due: la cultivar Canino, tipica di una certa area della Tuscia, e l’Itrana che si trova soprattutto nella zona collinosa vicino le coste del basso Lazio.
Cominciamo dalla varietà Canino che da origine anche all’olio Canino DOP nei comuni di Canino, Arlena, Cellere, Ischia di Castro, Farnese, Tessennano e in parte dei comuni di Tuscania e Montalto di Castro.
Gli appassionati di Canino DOP possono fare centinaia di chilometri per essere sicuri di trovare l’olio dal loro produttore di fiducia e non perdere questo olio dalle note erbacee con profumi di carciofo, frutta bianca e mandorla e il suo retrogusto piccante e amaro. Ed in ogni caso il viaggio merita poi una sosta nella Tuscia (almeno alla incantevole Tuscania).
Tutti gli altri oli dei comuni della provincia di Viterbo, prodotti con un blend di varietà di olive, sono riconosciuti dal marchio Tuscia DOP.
L’altro olio principe del Lazio è il Colline Pontine DOP ricavato da olive Itrana nell’areale dei comuni di Aprilia, Bassiano, Campodimele, Castelforte, Cisterna di Latina, Cori, Fondi, Formia, Itri, Lenola, Maenza, Minturno, Monte San Biagio, Norma, Priverno, Prossedi, Roccagorga, Rocca Massima, Roccasecca dei Volsci, Santi Cosma e Damiano, Sermoneta, Sezze, Sonnino, Spigno Saturnia e Terracina.
La storia dell’Itrana è particolare perché è conosciuta anche con il nome di Oliva di Gaeta, che è stato mantenuto per le olive da tavola. Infatti, le olive itrane venivano tutte spedite dal porto di Gaeta, così altrove erano note solo per essere arrivare ‘da Gaeta’.
Questo olio si riconosce subito per il suo colore verde intenso ed i sentori di pomodoro, basilico ed erba tagliata. Se lo assaggiate non potete dimenticarlo, e per il suo profumo intenso è adatto soprattutto per piatti di carne o in presenza di pietanze dal sapore deciso.
In realtà c’è un’altra DOP che ormai ha raggiunto l’eccellenza e parliamo del Sabina DOP che però è un blend di diverse varietà, tra cui Carboncella, Leccino, Moraiolo, Raja, Frantoio, Olivastrone, Olivago, Salviana, Rosciola e Pendolino.
Se invece si arriva nella splendida Val Comino, che in parte ricade nel versante laziale del Parco Nazionale di Abruzzo Lazio e Molise, non perdete di assaggiare l’olio di cultivar Marina, una coltivazione iniziata nel medioevo dai monaci benedettini della vicina Abbazia di Montecassino.
Altre varietà diffuse nel Lazio e che si possono trovare in diverse aree sono Frantoio, Carboncella, Moraiolo, Leccino, Minutella, Sirole, Salvia e Vallanella.
Una curiosità: gli oli prodotti nel Lazio possono ottenere la qualifica Olio di Roma IGP che sicuramente avrà una riconoscibilità internazionale immediata ma potrebbe far perdere il sapore delle esperienze agricole e gustative di vita autentica locale.
L’Italia è veramente un paese complicato di piccoli paesi, ma questa nostra debolezza è anche la nostra forza.
Evviva la Rosciola! Evviva Paliano! Evviva la Ciociaria!
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