

Amatrice è il naturale ingresso laziale al Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga e si trova lungo una delle vie consolari di Roma: la via Salaria. Questa splendida valle era conosciuta con il nome di Summa Villarum, ed è stata abitata dall'uomo sin dall'età preistorica.
Dalla caduta di Roma, con i Longobardi, Amatrice fa parte del Comitato di Ascoli, una città con cui ha sempre mantenuto legami speciali anche quando, dal 1200, Amatrice entra a far parte definitivamente del Regno di Napoli.
In questo periodo nascono le Universitas, cioè aree di territorio liberamente organizzato, relativamente autonome, che si governano tramite un parlamento locale.
Dal 1582 passa sotto il dominio degli Orsini, poi dei Montefeltro della Rovere ed infine del patrimonio personale del re Borboni.
Numerosi terremoti hanno ciclicamente distrutto Amatrice: il peggiore nel 1639 che distrusse il palazzo degli Orsini, case e chiese.
Dopo essersi rialzata, Amatrice ha subito altri terremoti fino a quello che tutti conosciamo perché lo abbiamo vissuto in diretta del 2016 che ha completamente distrutto la parte antica.
La città ha però rialzato la testa e i suoi punti di forza sono stati la terra e la montagna.
In fondo Amatrice era nota per aver dato il nome al piatto di pasta italiano più famoso, la pasta all’amatriciana, nato per valorizzare i prodotti degli agricoltori, degli allevatori e dei pastori di queste montagne.
Dopo aver conosciuto questa pasta, molti papi hanno scelto di avere fra i loro cuochi qualcuno di Amatrice.
La grande forza della rinascita di Amatrice e delle sue numerose frazioni è la tenacia delle persone, la maestria di artigiani che hanno riavviato antichi mestieri (come le Donne di Amatrice) e la qualità dei prodotti che si riconoscono al primo boccone.
La montagna con il suo clima ha forgiato gli uomini e con i suoi sentieri li ha messi in comunicazione con il resto del mondo.
Non è un caso che fra le feste più sentita ci sia quella dell’Autunno dedicata ai prodotti della montagna come Polenta, Farro, Pasta lenticchia e patate, “Lu Picone”, Caldarroste e Vin Brulé.
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