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![Stemma di Jenne](/images/Paesi/ROMA/Jenne/Stemma-Jenne.jpg)
Jenne è un borgo antico su uno sperone di Monte Pratiglio della catena dei Monti Simbruini. La sottostante valle è attraversata dal fiume Aniene e Jenne si trova a poca distanza dal monastero di Subiaco da cui è unita da una delle più panoramiche strade del Lazio.
Ci sono varie ipotesi sull'origine del nome, una lo fa venire da "Gehenna" (le porte dell'inferno), il nome dato alle grotte carsiche ai piedi del monte Pratiglio (le grotte dell'Inferniglio). In una di queste grotte è stata ritrovata una spada dell’Età del bronzo.
Le sue tradizioni sono profondamente contadine e i terreni venivano coltivati fino a quote molto alte mentre i pastori sfruttavano la buona esposizione dei terreni del Monte Pratiglio.
Sembra che le rovine che si trovano in località Costa siano dell’antico centro di Tauna abbandonato a causa delle incursioni saracene che costrinsero gli abitanti a costruire una rocca più in alto. L’origine del nucleo urbano risale intorno all’anno mille con la costruzione di un primo castello fortificato dove proteggere le persone dalle continue invasioni.
Data la sua vicinanza con Subiaco, l’area di Jenne è stata quasi sempre sotto il diretto controllo del monastero di Subiaco o dello stato pontificio. Ed infatti il primo documento in cui viene citata Jenne si trova fra le donazioni di papa Leone IX al monastero.
Il feudo di Jenne ha avuto diversi signori e una targa sulla rocca ricorda che nel 1176 questo castello venne concesso dal cardinale Simone abate di Subiaco alla famiglia di Filippo I di Marano. E qui nel 1254 è nato suo nipote Rinaldo che diventerà papa Alessandro IV. La figura di questo papa è importante in quanto è stato protagonista della lotta fra papato ed impero e del temporaneo spostamento del papato a Viterbo.
La famiglia Rinaldo poi lasciò il feudo a Pietro conte di Caserta della famiglia Caetani. Dal 1639, Jenne è governata direttamente dall’abbazia di Subiaco. Oggi del castello restano solo alcune tracce e la chiesetta di Santa Maria, in Arce o Madonna della Rocca l’originaria cappella, ampliata sui resti della rocca.
Dalla metà del Settecento, il governo di Jenne è stato assegnato direttamente dalla chiesa tramite la Sacra Congregazione del Buon Governo e nell’Ottocento vennero fatti i lavori di sistemazione della grande chiesa di Sant’Andrea.
La tradizione contadina del borgo di Jenne è sottolineata dal recupero del mulino comunale, dove venivano lavorati i grani di montagna con una grande pietra francese, e del forno comune dove si cuoceva il pane.
La tradizione pastorale, invece, si ritrova nella rievocazione della transumanza percorsi dai pastori e ancora oggi Jenne è collegata con Anzio e la costa del Lazio attraverso una serie di suggestivi sentieri.
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