

I monti Ernici devono il loro nome all’antico fiero popolo degli Ernici di cui non ci sono tracce, mentre l’area della valle era popolata sin dal periodo romano. I romani avevano vinto le altre popolazioni intono al IV-III secolo AC e aveva creato i loro insediamenti o ville nelle aree pianeggianti.
I romani avevano anche sistemi di avvistamento e Torre Cajetani faceva parte di questo sistema. La torre è menzionata per la prima volta nel VI secolo DC con riferimento al viaggio di San Benedetto da Subiaco e Cassino “S. Benedictum iter facisse et per Castrum Turris Appellatum Transisse”, a ricordo del quale fu costruita una chiesetta.
La torre difensiva faceva parte del circuito di piazzeforti, come i vicini Castelli di Fumone e di Trivigliano, costituite per contrastare le scorrerie saracene, che si spingevano nell’entroterra dalla loro base fortificata alla foce del Garigliano.
Come tutti i borghi della zona, la sua storia inizia con le invasioni dei saraceni quando la popolazione si rifugia vicino a queste torri fortificate sulle alture. Queste diventano dei ‘castrum’ che poi si trasformano in castelli per accogliere le persone in cerca di protezione.
Tra il 900 ed il 1100 il Castello appartenne alla potente famiglia romana del Senatore Teofilatto, che, con Papa Giovanni XII e i Conti di Tuscolo, aveva larghi interessi in tutto il territorio.
Dopo alterne vicende, alla fine del XIII secolo il Castello diventò feudo della famiglia Caetani. L’acquisto fu voluto e sanzionato dal Papa Caetani Bonifacio VIII con la bolla "Circumspecta Sedis” del 10 febbraio 1303.
Bonifacio VIII, che indisse nel 1300 il primo Giubileo della storia, utilizzò il Castello come luogo di meditazione e di lavoro. Qui emanò le Bolle pontificie portanti il "Datum in Turri nostra prope in Anagnium” e qui papa Bonifacio VIII veniva a bere l’acqua oligominerale (acqua di Fiuggi) per curarsi del ‘mal della pietra’ (calcoli renali).
Nel 1349, dopo la guerra tra i Caetani e i Conti di Ceccano alleatesi con nobili di Anagni, Alatri, Ferentino e Supino, Torre Cajetani torna sotto il controllo della città di Alatri. Negli anni seguenti il castello venne più volte confiscato e utilizzato per gli scambi di potere che legavano le grandi famiglie romane ai pontefici: Papa Martino V riuscì a farlo assegnare alla sua famiglia, i Colonna, mentre Eugenio IV dopo averlo affidato a Giovanni di Cencio di Alatri lo restituirà ai Caetani nel 1447.
Nel 1500 la fortezza viene confiscato da Papa Alessandro Borgia per suo fratello Giovanni. Solo dopo la caduta dei Borgia, il Castello torna in proprietà dei Caetani, con il ramo “Filettino” o “della Torre”.
Il nome di Torre Cajetani venne dato solo nell’800 in onore alla famiglia Caetani o Cajetani, a cui è appartenuta a lungo.
Danneggiato dal terremoto del 1915, il castello è stato poi restaurato dalla famiglia Teofilatto, che lo abitava circa mille anni fa e che è l'attuale proprietaria. Dal 1987 è sede della "Domus Theophylacti Opus”, centro di studi e di cultura Medievale.
Il borgo è arricchito dal Museo dell'Operetta che raccoglie la collezione di Sandro Massimini, uno dei più famosi interpreti italiani di questa arte. La collezione comprende anche una incredibile raccolta di teatrini e marionette che partono dal 1600.
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