Oggi andiamo in Sabina e per l’esattezza a Leonessa, un meraviglioso borgo a nord nel Lazio, su un altopiano a circa 1000 metri di altezza proprio sotto il massiccio del Terminillo.
Un altopiano perfetto per la coltivazione delle patate leonessane celebrate con una sagra ad ottobre.
Qui natura e storia si sono intrecciate per secoli in modo speciale e il suo nome è legato alla città francese angioina di Gonessa, diventato poi Lionissa alla fine del ‘300 e infine Leonessa.
Nel 1270 il re Carlo D'Angiò affida all'architetto D'Angicourt l'urbanizzazione della città che fece una pianta radiale divisa in sesti con doppia cinta muraria. Ancora oggi i sesti sono quelli che si sfidano nelle competizioni popolari.
La posizione geografica di Leonessa era perfetta per controllare le vie dei pastori ed infatti Leonessa sarà per secoli il centro della lana e della tessitura e nel Seicento era uno dei centri più importanti in Italia per l’industria lanaria. Il famoso e seguitissimo Palio del Velluto ogni anno rievoca questa storia.
Di questo periodo è anche la storia di San Giuseppe da Leonessa, un santo molto venerato che è stato il fondatore dei Monti Frumentari, una sorta di antesignano del Banco dei Monti di pietà.
Nel secolo successivo Leonessa subì una serie di violenti terremoti che ne compromisero la crescita.
Con il passaggio al Regno D'Italia e poi nel 1927, Leonessa è passata dalla provincia de L'Aquila a quella di Rieti inglobando due culture diverse, soprattutto gastronomiche.
La storia della nostra ricetta dei Pencarilli inizia nel lontano Seicento con la costruzione del monastero delle suore clarisse intitolato poi a San Giovanni Evangelista.
Negli anni le suore crearono un tipo di pasta chiamato pencarelli che venivano usati soprattutto come dono nei cesti natalizi. Oggi il convento è chiuso per mancanza di vocazioni ma 400 anni di storia hanno lasciato una forte impronta e quindi i pencarelli continuano la loro esistenza.
Ricetta dei pencarelli
Per preparare questo piatto bisogna fare i pencarelli usando un etto circa di farina per ogni uovo.
Si crea un impasto che si lascia riposare per un’ora circa e poi si stende a mano. Un po’ come se facessimo degli spaghettoni.
La salsa per condirli é una specie di carbonara. Si usa una salsiccia sbriciolata in una padella insieme a del guanciale con un poco olio si fa soffriggere il tutto.
Una volta cotta la pasta si ripassa la stessa nella padella con salsiccia e guanciale aggiungendo l’uovo sbattuto. Si mescola il tutto e si serve con una grattata di formaggio.
Nel bicchiere berremo un rosso la DOC dei Colli Sibillini, un mix di sangiovese e Montepulciano.
Oppure potremo scegliere un rosso giovane tipo grignolino o un dolcetto d'Alba.
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