

Valmontone è in uno dei luoghi di passaggio strategici sin dal tempo preromano. Infatti si trova nella valle che da Roma porta a Frosinone ed infine a Napoli, che collega il nord e il sud.
Il nome Valmontone deriva probabilmente dall’orografia del luogo “valle soprastata da un monte” sul quale sorgeva il centro abitato all’interno della Valle del Sacco. Secondo una leggenda le sue origini sono legate a Glauco, il figlio di Minosse e Valmontone era l’antica città Tolerium dei Volsci. In epoca Romana vi erano diverse ville nella zona bassa dove passavano le antiche Via Labicana e Via Latina che collegava Roma con Napoli.
Nel medioevo, alla caduta dell’impero romano, la comunità si ritrova attorno ai monaci benedettini che fondano il monastero di San Zosio. Il primo documento ufficiale risale al 1052 in cui si ha notizia di un ‘castrum’ o castello fortificato in cui la popolazione si rifugiava per sfuggire agli attacchi dei barbari.
Dal 1200, grazie a papa Innocenzo III, Valmontone ha visto transitare e sostare imperatori e papi, come Carlo VIII e Urbano VI, poi ha avuto un momento di declino. Valmontone è stata distrutta diverse volte: nel 1528, a causa di alleanze sbagliate, fu saccheggiata dalle armate di Papa Paolo IV e dalle truppe di Marcantonio Colonna e il sale venne sparso sulle sue rovine.
Il nome Valmontone deriva probabilmente dall’orografia del luogo “valle soprastata da un monte” sul quale sorgeva il centro abitato all’interno della Valle del Sacco. Secondo una leggenda le sue origini sono legate a Glauco, il figlio di Minosse e Valmontone era l’antica città Tolerium dei Volsci. In epoca Romana vi erano diverse ville nella zona bassa dove passavano le antiche Via Labicana e Via Latina che collegava Roma con Napoli.
Nel medioevo, alla caduta dell’impero romano, la comunità si ritrova attorno ai monaci benedettini che fondano il monastero di San Zosio. Il primo documento ufficiale risale al 1052 in cui si ha notizia di un ‘castrum’ o castello fortificato in cui la popolazione si rifugiava per sfuggire agli attacchi dei barbari.
Dal 1200, grazie a papa Innocenzo III, Valmontone ha visto transitare e sostare imperatori e papi, come Carlo VIII e Urbano VI, poi ha avuto un momento di declino. Valmontone è stata distrutta diverse volte: nel 1528, a causa di alleanze sbagliate, fu saccheggiata dalle armate di Papa Paolo IV e dalle truppe di Marcantonio Colonna e il sale venne sparso sulle sue rovine.
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Nel 1632 Valmontone fu acquistata dalla potente famiglia dei Barberini che inizia a distrugge il forte per trasformarlo in palazzo. Siamo nel periodo barocco e molte fortezze nel Lazio vengono trasformate in sontuosi palazzi. Ma l’opera di trasformazione di Valmontone si deve al principe Camillo Pamphilj, nipote dell’allora pontefice Innocenzo X, che la acquista per 687.298 scudi nel 1651. Con lui Valmontone conosce il suo massimo splendore artistico e monumentale.
La sua idea era di costruire una città ideale, Panfilia, e di rendere Valmontone un importante centro e una sede vescovile.
Camillo era stato nominato ‘nipote cardinale’ dal papa appena eletto ma la sua
vocazione non era certo religiosa. Quando Olimpia Aldobrandini resta vedova, Camillo dismette il ruolo di cardinale e la sposa immediatamente, senza neanche far passare il consueto anno di lutto.
Camillo amava l’arte più del potere e la bellezza dei suoi palazzi era il vero simbolo del potere. Il suo matrimonio con Olimpia e l’unione di due famiglie così importanti in quel periodo storico lo spinse ancora di più a contornarsi di grandi architetti e artisti per i suoi palazzi di Via del Corso e di Valmontone.
I suoi figli continueranno il suo disegno affidando la realizzazione della splendida chiesa della Collegiata dell’Assunta, proprio accanto al palazzo sulla cima della collina, ad un allievo del Bernini. Una particolare chiesa a pianta ellittica, un capolavoro del barocco.
Il sogno di rendere famosa Valmontone si è avverato nel 1843 quando il pontefice Gregorio XVI emanò la Bolla con cui la elevò al rango di “Città”.
I bombardamenti della seconda guerra mondiale hanno distrutto il centro abitato all’85% e ora restano pochi edifici antichi attorno al maestoso Palazzo Doria Pamphilj e alla sua splendida chiesa annessa. Valmontone ha ancora una volta pagato il prezzo di essere attraversata da importanti linee di comunicazione, come la Via Casilina e la ferrovia.
Durante la guerra tutta la popolazione si rifugiò nel palazzo dove visse per molti mesi e nel palazzo sono nati ben 135 bambini.
Ma come un’araba fenice, Valmontone è rinata ‘nella sua valle’ con un grande Valmontone Outlet e il Parco Giochi Magicland che richiamano visitatori da tutta Italia.
La sua idea era di costruire una città ideale, Panfilia, e di rendere Valmontone un importante centro e una sede vescovile.
Camillo era stato nominato ‘nipote cardinale’ dal papa appena eletto ma la sua
vocazione non era certo religiosa. Quando Olimpia Aldobrandini resta vedova, Camillo dismette il ruolo di cardinale e la sposa immediatamente, senza neanche far passare il consueto anno di lutto.
Camillo amava l’arte più del potere e la bellezza dei suoi palazzi era il vero simbolo del potere. Il suo matrimonio con Olimpia e l’unione di due famiglie così importanti in quel periodo storico lo spinse ancora di più a contornarsi di grandi architetti e artisti per i suoi palazzi di Via del Corso e di Valmontone.
I suoi figli continueranno il suo disegno affidando la realizzazione della splendida chiesa della Collegiata dell’Assunta, proprio accanto al palazzo sulla cima della collina, ad un allievo del Bernini. Una particolare chiesa a pianta ellittica, un capolavoro del barocco.
Il sogno di rendere famosa Valmontone si è avverato nel 1843 quando il pontefice Gregorio XVI emanò la Bolla con cui la elevò al rango di “Città”.
I bombardamenti della seconda guerra mondiale hanno distrutto il centro abitato all’85% e ora restano pochi edifici antichi attorno al maestoso Palazzo Doria Pamphilj e alla sua splendida chiesa annessa. Valmontone ha ancora una volta pagato il prezzo di essere attraversata da importanti linee di comunicazione, come la Via Casilina e la ferrovia.
Durante la guerra tutta la popolazione si rifugiò nel palazzo dove visse per molti mesi e nel palazzo sono nati ben 135 bambini.
Ma come un’araba fenice, Valmontone è rinata ‘nella sua valle’ con un grande Valmontone Outlet e il Parco Giochi Magicland che richiamano visitatori da tutta Italia.
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